Villa della Costaccia
Il cosiddetto Casino della Costaccia si trova nelle colline che dall’abitato di Fossola si rivolgono verso Nord Ovest in direzione di Ortonovo e della zona denominata “Monteverde”.
Il complesso racchiude in una muraglia di forma rettangolare, molto allungata lungo la pendenza del terreno fino all’estremo di una collina, un vasto giardino terrazzato, un edificio di modeste dimensioni, un grande basamento con terrapieno a terrazza, fiancheggiato da due torricini e in origine protetto da una balaustra in marmo bianco.
L’edificio ha probabili origini Seicentesche e alcune note non documentate sembrano attestare la prima proprietà alla famiglia Pisani di Moneta. Probabilmente dopo la seconda metà del XVIII secolo viene acquistato dalla famiglia dei conti Del Medico; le fonti documentarie del XIX secolo individuano la “Costaccia” come proprietà della famiglia nobile che già possedeva e aveva realizzato la Villa più in basso, nella stessa area collinare rivolta vero mare. L’acquisizione da parte dei Del Medico unisce due vasti predii agricoli sviluppatisi a breve distanza nello stesso compendio collinare.
I due complessi, a prescindere dalle diverse caratteristiche della parte edificata, avevano comunque una importante funzione agricola ed è facile individuarli anche nelle mappe catastali moderne: due grandi proprietà, quasi adiacenti l’una all’altra, inframmezzate e circondate dal tipico tessuto della collina carrarese, formato da microscopiche particelle catastali di proprietà di persone diverse o di membri diversi della stessa famiglia, ciascuno autonomo rispetto all’altro. Le due grandi aree rappresentano dunque un caso evidente di “proprietà fossili”, passate di mano in mano nelle forme originarie.
Così, mentre i documenti d’archivio non lasciano dubbio che la proprietà fosse della famiglia Del Medico almeno dagli anni Sessanta del XVIII secolo, purtroppo nulla documenta e spiega se la proprietà preesistesse in forme vicine a quelle attuali quanto al complesso di Villa e al territorio agricolo annesso. L’unico documento, purtroppo scomparso, era, fino alla metà degli anni Novanta del Novecento, uno stemma marmoreo posto in alto, sulla parete dell’edificio rivolta verso l’esterno del complesso; lo stemma raffigurava tre pesci posti in orizzontale e sovrapposti l’uno all’altro ed era chiuso da un cappello vescovile le cui nappe scendevano ai lati.
La Costaccia ha una posizione strategica sull’asse di una collina che si spinge verso la pianura sottostante. Considerato l’amplissimo predio che lo circonda, come quasi tutti gli edifici di villa non poteva mancare una destinazione agricola e utilitaristica preminente, ma le forme e le caratteristiche di quanto resta dell’architettura e del giardino lasciano intravedere un’ipotesi suggestiva e credibile: la Villa Del Medico della Costaccia era un “casino di caccia”, un edificio, cioè, deputato quasi esclusivamente allo svago e alla vacanza; una costruzione realizzata, tra giardino, muraglie ed edificio, per svolgere la pratica antica della caccia, con reti e non con armi da fuoco, e riposare dopo le “battute” in una struttura piccola ma accogliente.
Degli elementi decorativi del complesso non resta nulla, la casa è ridotta allo stato di rudere, il giardino a una selva impraticabile, il basamento con i torricini ha perduto la balaustra, crollata ormai da tempo, eppure la forma del complesso sembra non lasciare dubbi: un piccolo bosco artificiale di fronte all’alto basamento con balaustra, all’inizio del pendio, un lungo corridoio verde, digradante verso l’alto e richiuso tra alte mura, intorno solo olivi.
Questa è la forma che può avere una struttura costruita per attirare gli uccelli di passo, che salgono alle colline dalla pianura, s’inoltrano nel boschetto, vengono spinti avanti dai battitori, penetrano nel giardino scorrendo fino in fondo, indirizzati dalle mura verso l’epilogo, la ragnaia, il bosco concentrico dove vengono stese le reti per la cattura.
Il tema della caccia, poi, potrebbe riflettersi nell’evidenza dei due torricini angolari che danno al complesso un’idea bellicosa, da struttura fortificata, tant’è che l’area è definita popolarmente “il Castellaro”, ravvicinando la caccia alla guerra come nella tradizione mitologica.
Il complesso di villa, giardino e predio agricolo della Costaccia, dunque, appare emblematico e singolare allo stesso tempo: pur ridotto allo stato di rudere, sul picco di una collina, isolata dal Mondo, un frammento di “natura artificiale di giardino” all’interno della “natura naturale” delle coltivazioni, è un caso assolutamente unico nel panorama delle ville nobiliari carraresi e testimonia nondimeno l’evoluzione del gusto e i raffinati interessi della famiglia Del Medico, imprenditori del marmo, abili commercianti capaci di investire tanto nell’escavazione quanto nell’agricoltura, ma anche uomini di cultura avvezzi ai più sottili piaceri di un’epoca.
[Corrado Lattanzi]